La verità sulla sindrome post aborto
Se ne parla sempre più spesso, ma secondo gli studi scientifici non esiste.
Suicidi, depressione, autolesionismo: a farsi un giro sui siti che si definiscono pro-vita ma che in realtà sono semplicemente anti-abortisti, l'interruzione di gravidanza sembra essere una vera e propria scure che debilita e annienta le vite di milioni di donne. Ma, in realtà, non sembra affatto che le cose stiano così: lo dimostrerebbe uno studio condotto nel 2013 da un team di scienziate dell'Università di San Francisco, che ha dimostrato come, in realtà, le donne che stanno peggio sono quelle che si vedono negare un aborto. Un po' come vorrebbero fare le associazioni pro-vita. Pardon, anti-abortiste.
STA PEGGIO CHI NON PUÒ ABORTIRE
Insomma, checché ne dicesse Tempi quello stesso anno, tirando in ballo sindromi da stress post-traumatico, autopunizioni e il senso di colpa (senza porsi il dubbio che magari sono proprio certe campagne a scatenarlo), la sindrome postaborto è una sindrome che in realtà non esiste e che nessuno studio scientifico ha mai riconosciuto. E i dati dello studio californiano ci danno ragione: su 843 donne statunitensi che avevano abortito o a cui era stato negato l'aborto perché troppo avanti nella gestazione, i dati hanno fornito indicazioni ben precise. Il 90% delle donne che avevano abortito erano convinte di aver preso la decisione giusta, percentuale analoga (89%) a quelle registrata tra le donne che in qualche modo esprimevano una forma di dispiacere.
NESSUN EFFETTO COLLATERALE ANOMALO
Nel 2016 è stato pubblicato un altro studio, ripreso da Time, condotto sempre dall'Università di San Francisco, confermava su un campione lievemente più grande, di oltre mille donne, che erano le donne a cui veniva negato l'aborto a subire maggiore stress, maggiori livelli di ansia e un livello di autostima più basso. Secondo la ricerca, insomma, non ci sarebbe alcun bisogno di mettere in guardia le donne intenzionate ad abortire da eventuali effetti collaterali a livello di salute mentale: proprio perché questi effetti collaterali, di fatto, non sono stati registrati dagli studi scientifici. La sindrome postabortiva, in altri termini, non esiste.